In maniera del tutto inaspettata Aurelio Amendola, fotografo di fama mondiale, supera la sua pratica consolidata della stampa su carta per raccogliere la sfida del medium contemporaneo per eccellenza, il digitale, esponendo i suoi scatti dedicati a Michelangelo sugli schermi di Rifugio Digitale. La galleria che ha ospitato l’esposizione trae la propria identità dalla sua origine: un bunker antiaereo costruito a Firenze durante la Seconda Guerra Mondiale per proteggere il quartiere dai bombardamenti. La riqualificazione del tunnel ha dato vita a uno spazio che accoglie espressioni artistiche di ogni tipo, con uno sguardo fortemente orientato verso il futuro e una spiccata predilezione per tutto ci. che si muove nell’ambito del digitale.

Antonio Natali, insieme al fotografo pistoiese, ha selezionato queste immagini, curando la mostra e il volume, invitandoci a prestare attenzione a qualcosa di completamente diverso rispetto all’iconografia canonica alla quale siamo abituati. Ci viene presentato infatti un Michelangelo aniconico.

Aurelio Amendola, nato a Pistoia nel 1938, nel corso della sua eccezionale carriera di fotografo d’arte si è dedicato intensamente ai temi del contemporaneo, arrivando a raccogliere una vera e propria galleria di ritratti dei più celebri maestri del Novecento. Nel 2024 lo Spazio Vedova di Venezia ha accolto numerosi suoi scatti nell’esposizione “Amendola. Burri, Vedova, Nitsch: Azioni e gesti”, prodotta dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova in collaborazione con Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri.

Antonio Natali, nato a Piombino nel 1951, ha lavorato agli Uffizi dal 1981 al 2016, essendone direttore dal 2006 al 2015. Nel 2006 è diventato Professore Ordinario di Storia dell’Arte Moderna al Politecnico di Milano. Agli Uffizi è stato anche responsabile dei dipartimenti della pittura del Cinquecento, del Seicento e dell’arte contemporanea. Fra le esposizioni da lui curate c’. la triade di Palazzo Strozzi dedicata all’arte fiorentina del Cinquecento (nel 2010, 2014 e 2017).