Our Hidden Room è un inno d’amore verso un padre fragile – ma capace di insegnare al proprio figlio il vero significato della parola resilienza – e verso la fotografia, il linguaggio che Mohamed Hassan (Alessandria d’Egitto, 1984) ha scelto per tenere insieme i pezzi della propria storia.

Quarta personale del ciclo espositivo Il Corpo che Abito, Our Hidden Room di Mohamed Hassan, a cura di Irene Alison e Paolo Cagnacci, ricostruisce la storia del padre del fotografo, nato nell’Egitto degli anni ’50 e costretto per tutta la vita a fare i conti con la malattia mentale.

Nel tumulto di una vita segnata prima da abusi e poi da un disturbo bipolare che lo conduce a numerosi ricoveri e a un tentativo di suicidio, l’uomo trova nella fotografia sollievo, rifugio e una passione che, spingendolo quasi ai margini dell’ossessione, gli permette di trovare un veicolo per esprimere se stesso e uno spiraglio di luce anche nelle ore più buie. Quella stessa passione anima oggi il figlio, che alla fotografia ha dedicato la propria vita e che al proprio padre, scomparso nel 2010, ha dedicato questo progetto – vincitore dello Star Photobook Dummy Award2024 e ora pubblicato in un libro da RM – intimo, delicato e struggente.

Un viaggio nella memoria, nell’identità, nell’ombra delle stanze segrete della mente e della camera oscura, in cui hanno preso forma i fantasmi del padre e i sogni del figlio.